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Libri come 2013 | Festa del libro e della lettura

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-- cronaca di Lorena Bruno & Isabella Corrado --



Per gli appassionati di lettura Libri Come resta uno degli avvenimenti più attesi. Giunto alla sua quarta edizione, l'evento si è svolto dal 14 al 17 marzo all'Auditorium Parco della Musica di Roma, una location sempre accogliente, con gli ampi spazi delle sale e quelli più raccolti del Garage, per un programma fitto di incontri. Quest'anno il tema scelto è L'Europa, con la crisi economica, con la sua pur forte identità culturale e letteraria.
Abbiamo trascorso il 16 marzo all'Auditorium, un pomeriggio che ha riservato bellissime sorprese, in cui scegliere quali presentazioni seguire non è stato subito semplice.


In una delle deliziose salette nel Garage, presentati da Rino Caputo, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata,  Donatella Caramia e Ennio Morricone hanno parlato del libro La musica e oltre, per Edizioni Morcelliana. Si tratta di un'intervista speciale, o forse più un dialogo tra il compositore e l'autrice, che insegna Neurologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Psicologia della Musica presso la Facoltà di Lettere Tor Vergata.
Morricone tiene subito a specificare di non poter essere in alcun caso indicato come autore: l'idea di una conversazione sulla composizione musicale è stata della professoressa e non ha fatto altro che rispondere "sinceramente e di getto". Morricone parla dell'evoluzione della sua poetica: ha osato azzardare molte volte, percorrendo la strada della musica contemporanea, meno melodica di quella cui aveva abituato il pubblico. Finché qualcuno non gli ha fatto notare che se avesse continuato a comporre secondo quell'ispirazione non avrebbe più lavorato. Così ha cambiato, scrivendo musica che potesse parlare più facilmente al pubblico, ma che corrispondesse anche al suo gusto.

"Tutte le musiche che scriviamo noi compositori – dice il Maestro – esiste già perché la prendiamo dal momento della storia in cui viviamo e continua a vivere ben oltre noi". "Viene fuori quando i compositori ne prendono coscienza", aggiunge la professoressa Caramia, che sottolinea come della musica non si possa fare a meno, come sia in sintonia con noi. "La voce umana è il primo suono che udiamo sin dalla gravidanza", argomenta.
E ancora parla del principio dell'armonia, per cui tanti elementi diversi tra loro convivono, conservando il proprio spazio. "Compito del compositore – aggiunge Morricone - è far capire alla gente quello che vuole. Non ci riesce quasi mai", chiosa.
Accenna di come lo stile di un autore di musica esca fuori in qualsiasi maniera, e che ad un attento ascoltatore non può sfuggire né questo né altro.
"In futuro la musica del cinema sarà un modo per analizzare i tempi in cui è stata scritta, nel bene e nel male". Sembra di trovarsi a lezione da un grande compositore, in cui Morricone sciorina perle d'esperienza, quella di cui parla sempre con estrema semplicità, con immutata modestia; rivela, in risposta ad una domanda del pubblico, di scrivere anche tenendo ben presenti le qualità degli strumentisti di sua fiducia, quelli di cui conosce le qualità.
Un'altra domanda del pubblico gli dà modo di tirar fuori idee due personali sul silenzio. Che ruolo ha il silenzio? Per il maestro il silenzio è il suono del cosmo, che lui ha interpretato prendendo alcune voci e moltiplicandole elettronicamente. Il suono del cosmo è il silenzio del cosmo, il silenzio vero, invece, è la pausa vera, sottolineata. "La musica è la pausa del silenzio", conclude.

Lorena Bruno


Dalla Musica passiamo al caffè, Dacia Maraini presenta il nuovo romanzo di Nicola Lecca La piramide del caffè (clicca qui per la recensione); poco coinvolgente e appassionata offre una piatta lettura del testo (con finale annesso) al pubblico di ascoltatori. Breve accenno alle violenze domestiche e ai rapporti tra vittima e carnefice. Il bambino-dice la Maraini-tende a solidarizzare con il suo carnefice. Sentimenti etichettati spesso buonisti ritornano nell’opera di Lecca; Dacia Maraini parla di “povertà”, “solidarietà” ed “umiltà”. Poco spazio all’autore, nessun confronto e dibattito.

In serata mentre le Officine continuano nel loro trambusto, possiamo godere della piacevole lettura con Nanni Moretti e Fabrizio Gifuni di alcuni estratti di opere di Goffredo Parise e Carlo Emilio Gadda; la prima, rilassata, impersonale, che da spazio all’immaginazione ad occhi chiusi, quella di Gifuni concitata e appassionata, fatta di movenze teatrali, interpretazione che vuol essere protagonista e non concedere protagonismo all’opera.
Isabella Corrado

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