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Editori in ascolto: Incontro con Corrado Franco

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Incontriamo oggi Corrado Franco, titolare dell'omonima casa editrice Corrado Franco Editore, per cui è uscito un unico titolo "NON SONO POESIE". Una raccolta delle poesie scritte dalla madre, Gigliola Franco, 87 anni, insegnante di lettere e regista teatrale.





Innanzitutto La ringraziamo per aver accettato di incontrarci e di farvi conoscere meglio.

La vostra è la storia di una casa editrice un po' particolare. Volete raccontarla ai lettori di Critica Letteraria?

Tutto comincia due anni fa quando mia madre, Gigliola Franco, malata da tempo del morbo di Parkinson, viene ricoverata in ospedale per una brutta polmonite. Inizio, così, a raccogliere le non-sono-poesie scritte a partire dai suoi 70 anni, chiamando i suoi ex attori, ex studenti e amici  a leggergliele in ospedale per tirarle su il morale e ridarle la forza di vivere. Mentre queste poesie venivano lette, vedevo mia madre sorridere felice. Ho capito, dunque, che queste poesie dovevano essere per forza pubblicate. Ho, allora, iniziato a inviare il dattiloscritto con le poesie a parecchie case editrici, anche importanti, e sono stato ad un passo da farle pubblicare (con Rizzoli e Giunti in particolare). Sorgevano, però, sempre dei problemi: legati, in particolare, a obblighi di censura e alla difficile vendibilità della poesia in Italia. Decido, quindi, di fondare la Corrado Franco Editore esclusivamente per pubblicare le non-sono-poesie.

Sua madre è una (quasi) esordiente all'età di 87 anni. Ce ne vuole parlare?

Mia madre è laureata in Letteratura americana e, da adolescente, conosce Beppe Fenoglio ad Alba, il quale se ne innamora. Vi era, però, per quei tempi, troppa differenza di "classe" e Fenoglio non riuscirà mai ad esprimere i propri sentimenti. Resisterà, però, sempre, un profondo affetto tra mia madre e Fenoglio. In seguito, mia madre si trasferirà a Torino per lavorare come giornalista, dove conoscerà quello che sarà suo marito (e mio padre). Dopo la crisi matrimoniale, che porterà a una separazione di fatto, a 40 anni inizia a insegnare lettere nelle scuole superiori e a far teatro, anche di militanza femminista, dove conosce tra le altre Dacia Maraini. E dagli anni '90 inizia a scrivere le sue acidissime non-sono-poesie.
Ciò che mi preme dire, inoltre, è che mia madre, in tutto ciò che ha fatto, e quindi anche in questo libro, è sempre stata dalla parte dei più deboli, degli oppressi e degli indifesi.

Qual è la vostra opinione sulla recensione del vostro testo da parte di Critica Letteraria, in cui si afferma che, in realtà, contrariamente al titolo, il vostro libro è una raccolta poetica?


Il titolo è una provocazione e un ossimoro. Mia madre è d'accordo con la vostra recensione: non sono, ovviamente, le classiche poesie, ma sono ragionamenti, poesie piene di invettive, "calci, sputi in faccia e ribellioni al perbenismo". Più che poesie, si potrebbero definire come una fotografia dell'esistente, della "vita" di una persona che arriva ad avere una visione disperata e disperante. Anche se ritengo, e mia madre con me, che solo attraverso una dimensione spirituale e religiosa dell'esistenza si possa arrivare a un superamento di tale disperazione. Altrimenti, per citare una poesia di mia madre, in certuni casi la vita può apparire come una"grossa montagna di merda".

Qual è il riscontro che sta avendo la vostra pubblicazione, in termini di critica e di vendite?

In termini di critica, potrei definirle entusiastiche. Solo per citare alcuni esempi, si è parlato del libro di mia madre su Repubblica, su TuttoLibri, su LaStampa.it, su Uno Mattina, sul Tg3.
Come vendite, anche se è noto che in Italia è difficilissimo vendere la poesia a meno di non andare in Tv in programmi importanti, come libro di poesie ha venduto bene. E sono già felicissimo di questi risultati, ma il mio obiettivo principale era di fare qualcosa di importante per mia madre e non di vendere.

Avete in programma presentazioni di qualche tipo? Ne avete già fatte?

Presentazioni ne abbiamo già fatte. La più importante è certamente stata quella al Salone del Libro di Torino, dove eravamo l'unica casa editrice che aveva uno stand per presentare un unico libro.
Altre presentazioni importanti sono state da Feltrinelli e al Circolo dei lettori di Torino.
Ritengo che verso Settembre-Ottobre, dopo le presentazioni in televisione che dovremmo iniziare a fare, continueremo le presentazioni in varie città d'Italia.

Come vi rapportate con la moderna comunicazione per l'editoria? Il Web, i socialnetwork, gli ebook?

Abbiamo un sito (http://www.nonsonopoesie.it) dedicato alla casa editrice. Per quanto riguarda i socialnetwork, la casa editrice ha una sua pagina su Facebook anche se, soltanto da settembre, inizieremo a lavorarci. La stessa cosa vale per gli ebook perché, inizialmente, ho avuto alcuni timori a causa della pirateria e di non ricevere i diritti.

La vostra casa editrice si fermerà qui? Oppure pensa di andare oltre e pubblicare altro?

Se succedesse un miracolo (se il libro, cioè, avesse un ritorno anche economico), mi piacerebbe tenere in vita la casa editrice. Ma mi piacerebbe pubblicare un titolo ogni due-tre anni, perché un libro ha bisogno di un grande lavoro di promozione e di redazione.
Non m'interesserebbe pubblicare tantissimi libri senza lavorarci sopra. Vorrei fare come per un film (io lavoro nel cinema), dove non si lavora tanto sulla quantità, ma sulla promozione e la diffusione.

Un ringraziamento da parte di Critica Letteraria per il tempo che ci ha concesso e in bocca al lupo per il futuro.

Grazie a voi e ancora complimenti a Critica Letteraria, una rivista piena di giovani e con tanta qualità.