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Antonio Tabucchi: Il tempo invecchia in fretta

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Non ha bisogno di presentazioni Antonio Tabucchi, nato a Pisa il 24 settembre del 1943 e recentemente scomparso a Lisbona, il 25 marzo 2012. Autore di testi pregevoli, da Sostiene Pereira. Una testimonianza (Feltrinelli, 1994) a Si sta facendo sempre più tardi. Romanzo in forma di lettere (Feltrinelli, 2001).
Propongo oggi due brevi passaggi, tratti da uno delle nove racconti della sua ultima raccolta in forma di romanzo, Il tempo invecchia in fretta (ancora Feltrinelli, 2009). Buona lettura.




Nuvole
-   Sarebbe?, chiese Isabella
-   È lungo da spiegare, gli effetti  sono effetti e per capire i risultati non c’è altro che aspettarli.
-   Li devi aspettare per molto?
-  Ormai non moltissimo,  penso,  un mesetto, forse anche meno.
-  E nel frattempo cosa fai tutto il giorno qui sotto l’ombrellone, non ti annoi?
-  Niente affatto, disse l’uomo, esercito l’arte della nefelomanzia.
La ragazzina sgranò gli occhi, fece una smorfia e poi sorrise. Era la prima volta che sorrideva davvero, mostrando quei piccoli denti bianchi sui quali correva un filo di metallo.
-   È un’invenzione nuova?
-  Oh no, disse lui, è una cosa molto antica, figurati che ne parla Strabone, riguarda la geografia, ma Strabone lo studierai solo al ginnasio, alle medie al massimo si studia un po’ di Erodoto come hai fatto quest’anno con la professoressa di geografia, la geografia è una cosa molto antica, cara Isabèl, esiste da sempre.
Isabella lo guardava dubbiosa.
-   E in cosa consisterebbe questa roba qui, come si chiama?
- Nefelomanzia, rispose l’uomo, è una parola greca, nefelos vuol dire nuvola, e manzìa indovinare, la nefelomanzia è l’arte di indovinare il futuro osservando le nuvole, o meglio, la forma delle nuvole, perché in quest’arte la forma è la sostanza, ed è per questo che sono venuto in vacanza su questa spiaggia, perché un amico dell’aeronautica militare che si occupa di meteorologia mi ha assicurato che nel Mediterraneo non c’è altra costa come questa dove le nuvole si formano all’orizzonte in un attimo. E così come si sono formate, in un attimo si dissolvono, ed è proprio in quell’attimo che un vero nefelomante deve esercitare la propria arte, per capire cosa predice la forma di una certa nuvola prima che il vento la dissolva, prima che si trasformi in aria trasparente e diventi cielo.
[…]

-  Sei proprio sicuro?, chiese lei con voce ansiosa.
-  Me lo devi dire tu, sussurrò l’uomo, io adesso chiudo gli occhi, sei tu che devi interpretarle, guardale e aspetta con pazienza, ma cerca di cogliere l’attimo, perché poi non sarai più in tempo. L’uomo chiuse gli occhi, distese le gambe, si calò un cappello sul volto e rimase immobile, come se si fosse addormentato. Forse passò un minuto, anche di più. Sulla spiaggia c’era un grande silenzio, i bagnanti avevano raggiunto il ristorante.
-  Si stanno sfaldando in una specie di stracciatella, disse Isabella a bassa voce, come quando la scia degli aeroplani si sfilaccia, ora non si vedono quasi più, che strano, non riesco quasi più a vederle, guarda anche tu.
L’uomo non si mosse.
-  Non c’è bisogno, disse, Strabone, pagina ventiquattro del libro principale, lui non si sbagliava, la profezia della fine di ogni guerra la fece duemila anni fa, solo che nessuno finora l’aveva letta bene e noi oggi finalmente l’abbiamo decifrata su questa spiaggia, noi due.
-   Sai che tu sei un uomo carinissimo?, disse Isabella.
-    Ne sono perfettamente consapevole, rispose l’uomo.
-    Penso che sia l’ora di andare al ristorante, continuò lei, forse la mamma è già seduta al tavolo e si inquieta, possiamo continuare a parlare nel pomeriggio?
-  Non so, la nefelomanzia è un’arte che stanca molto, forse nel pomeriggio dovrò dormire altrimenti stasera non potrò neanche venire a cena.
-     È per questo che devi prendere tante medicine?, chiese Isabella, a causa della nefelomanzia?
L’uomo tirò su il cappello dal viso e la guardò.
-      Tu che ne dici?, chiese.
Isabella si era alzata, uscì dal cerchio d’ombra, il suo corpo brillò alla luce del sole.
-      Te lo dico domani, rispose.