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L'ultimo quadro di Van Gogh

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L'ultimo quandro di Van Gogh
di Alan Zamboni
Infinito Edizioni, Castel Gandolfo 2010

pp. 141
€ 15,00

Che cosa aveva dipinto Vincent durante la sua vita?
Paesaggi, volti, caffè, tessitori, notti stellate, contadini, campi di grano, girasoli, iris, sedie, Parigi, Anversa, pazzi, reietti, corsie d'ospedale, ulivi...o forse niente di tutto questo. Forse Vincent aveva dipinto semplicemente un sogno...il suo.



Il protagonista-narratore della vicenda, di cui il lettore sa ben poco, stringe una profonda amicizia con
Théodore Van Gogh, fratello di Vincent e gestore di una galleria d'arte: siamo nella Parigi di fine '800, un secolo difficile per i giovani artisti che faticano a "campare di arte" e farsi conoscere.
Vincent Van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890), in quegli anni alloggia presso la locanda Ravoux, a Auvers-sur-Oise, dopo aver passato un anno in un manicomio dove si era fatto volutamente internare, consapevole dei suoi attacchi autolesionistici.
E' lo stesso fratello a comperare per Vincent i colori per dipingere e a ricevere spesso da lui le sue opere traboccanti di "libertà", che non sono così apprezzate quando il pittore è in vita.

D'altronde "la gente ha paura della libertà", come confida Theo all'io narrante.

Quando Vincent muore suicida sparandosi un colpo di pistola, inizialmente non letale, Theo è al suo capezzale.
Al suo ritorno confessa al narratore di essere venuto a conoscenza della presenza di un singolare testimone al suicidio del fratello:
Adeline Ravoux, la figlia tredicenne dei gestori della locanda più volte ritratta dal pittore, è l'attrice protagonista della vicenda, l'unica a custodire il segreto della morte di Vincent, la sola a sapere se il pittore stesse dipingendo prima di spararsi e dove si trova, se esiste, l'ultimo quadro di Van Gogh.
Dopo la morte di Theo, solo 6 mesi dopo quella del fratello, il nostro protagonista, coinvolto emotivamente dalla vicenda, veste i panni di "un particolare e inusuale tipo di detective", "un investigatore squisitamente mentale, metà Poirot metà Corot" e incontra Adeline.

Cosa ha visto la ragazzina?
Dove si trova la pistola con cui Vincent si è sparato?

Che cosa ha creato la mano di Vincent prima di distruggere il suo stesso creatore?
Il lettore scoprirà un'amara verità inaspettata.

L'eccentrico cantautore bresciano, autore di questo breve racconto immaginario, ci avvicina con delicatezza e profondità al mondo di Van Gogh attraverso gli occhi di un protagonista in cui tutti coloro che non hanno capacità di valutazione tecnica-artistica delle opere pittoriche possono fortemente immedesimarsi:
è forse proprio la capacità di comunicare emotivamemente a chi non ha lo stesso linguaggio che rende un uomo un artista.

La teoria, quella la possono imparare tutti, basta studiare, ma i sentimenti sono cose nostre, non sono scritte da nessuna parte, siamo noi; le nostre suggestioni non si possono prevedere e imparare come una lezione, si possono solo ascolare...come una musica.
Ed è proprio un cd musicale, dal titolo "Vincent", quello che si trova allegato al libro: un concept album, come viene definito dall'autore, in cui viene ripercorsa la vita di Vincent dal periodo Olandese agli ultimi giorni di vita e in cui si susseguono toni cupi a melodie parigine (che ricordano un pò alcune ballate de "Il favoloso mondo di Amélie") per concludere infine con musiche dai colori malinconici e deliranti.

Sicuramente un'opera completa quella di Alan, definita dall'autore stesso "un atto d'amore per un artista", in cui il racconto romanzato (che pecca forse di troppe digressioni e spiegazioni e per chi legge è fondamentale immaginare, dedurre) è solo una parte incorniciata da prefazione, introduzione, biografia di Vincent, precisazioni (in cui vengono brevemente analizzati i quadri del pittore citati nell'opera) postfazione, glossario e infine i testi dei brani contenuti nel cd.

L'immaginario resta così distinguibile ma immerso in un mare di riferimenti storici e biografici reali e precisi, in cui il Van Gogh artista si fonde con il Vincent uomo: è lui il vero protagonista-fantasma di questo libro, distante ma pervadente con la sua arte ogni parola di questa lettura.


Elisa Pardi