in

Imparare dalle esperienze altrui...

- -


Alfabeto dello stomaco (e del cuore)
di Alice Keller
Edizioni Pendragon, Bologna 2010

pp. 214
€ 15,00



La mia libertà aveva nome/anoressia e non mi rendeva certo libera. Ma era chiara, era una forma di estrema libertà, o estrema schiavitù, a cui io mi ero affidata, che io avevo scelto, anche se forse inconsciamente, anche senza sapere dove mi avrebbe portato. Però io non mi giustifico dicendo che non sapevo cosa facevo. Io chiusi per la prima volta la bocca. E all'inizio fu libertà. Scelta mia. Lotta mia. Mio rifiuto. Poi iniziai a rifiutare tutto. Non rimase più niente. E nel niente ci si perde, nel niente ci si affida alla cosa più forte, alla corda che sembra più sicura, all'unica cosa che ti sembra di conoscere, riconoscere, che ti sembra tua, in un mondo di estranei. Dopo, l'anoressia si prese la sua libertà e io mi limitai a seguirla.

Alfabeto dello stomaco e del cuore, di Alice Keller, non è un romanzo, non è un diario, è qualcosa di particolare, è un dizionario che contiene le parole più significative dell'esperienza che ha segnato personalmente l'autrice: l'anoressia.
Ogni capitolo del libro porta come titolo una parola, dalla quale partono le riflessioni intime e introspettive della scrittrice. Partiamo così da Alice, Amicizia, Amore passando per Kilokalorie, Libertà, Mestruazioni fino ad arrivare a Xenos, Yogurt e Zaino.
Ogni parola è il punto di partenza per l'analisi di un particolare evento nel viaggio di Alice nel paese dell'anoressia, un'attenta analisi di ciò che per lei è importante, una sintesi di ciò che ha provato, la sua sofferenza, l'alienazione e la reclusione nel suo personalissimo mondo di cui era regina, la regina dei tubi per le flebo.
E' un libro che fa riflettere, e fa comprendere come l'anoressia sia la risposta di un animo troppo sensibile alle difficoltà della vita, un animo che ha troppa paura di mettersi in gioco nel grande gioco della vita e che per questo motivo crea attorno a sé una fortezza costruita sulle solide basi dei tanti “No, non voglio mangiare”.
Tuttavia, questa fortezza è anche un grido disperato di aiuto, bisogno di attenzioni e bisogno di comprensione, soprattutto durante la delicatissima fase dell'adolescenza in cui un individuo deve continuamente confrontarsi con i suoi coetanei, in cui bisogna trovare il proprio posto all'interno del branco. Sono gli anni centrali delle prime cotte d'amore, e delle prime esperienze sessuali, argomenti che possono spaventare un adolescente che non si sente né pronto né sicuro di sé.
Alice Keller porta alla luce un'esperienza che al giorno d'oggi vivono sempre più ragazze, un'esperienza che lascia l'anima lacerata da ferite che per rimarginarsi hanno bisogno di tempo e pazienza, ma più di ogni altra cosa di affetto.
La scrittrice ha dato vita ad un'opera piacevole da leggere, ma soprattutto sincera e profonda, l'attenta analisi che Alice fa di se stessa riesce a rendere partecipe il lettore dei suoi pensieri più intimi e dei suoi stati d'animo, riuscendo a far capire cosa significhi l'anoressia anche a chi non l'ha provata sulla sua pelle.
Di sicuro un libro meritevole, le doti della scrittrice emergono soprattutto nell'uso di un lessico diretto e arguto che non scade mai nel banale, una prosa perfettamente scorrevole e una narrazione interessante capace di colpire la sensibilità del lettore.

Sigfried