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Un mare di noia (purtroppo!) con questo De Carlo

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Mare delle verità
di Andrea De Carlo
Bompiani Oro, Milano 2007

1^ edizione: 2006
€ 6,00
pp. 324


Per chi come me è cresciuto leggendo Due di due, Di noi tre e Treno di panna, per chi ha apprezzato la buona trama di Arcodamore e la fuga dal mondo di Giro di vento, si è emozionato con Nel momento o ha riflettuto con Uto, questo romanzo è francamente inaccettabile. Una narrazione forzatamente avventurosa, per un eroe anti-eroe che esce dall’eremo personale in Umbria per dedicarsi alle questioni di famiglia dopo la morte del padre; la critica polemica del fratello politico corrotto e cinico; la già letta precarietà di rapporti familiari formalmente ineccepibili e, al contrario, la riscoperta di valori alternativi, di relazioni che colgono alla sprovvista. Il tutto accompagna il tema principale, ovvero una grande fiera di inseguimenti e rischi attorno a un dattiloscritto rubato dal Vaticano per celare una verità scomoda. È l’occasione per De Carlo per una polemica non del tutto nascosta contro le istituzioni della Chiesa e, soprattutto, per una rivalutazione di organizzazioni non-governative, tacciate di essere cellule terroristiche mentre in realtà per il protagonista paladine di ideali quasi utopici. Come è facile immaginare, la narrazione parzialmente arrancante maschera un messaggio ben più ideologico, su cui si è montata tutta questa catena di azioni, incontri, fughe. Lo stesso protagonista non incarna gli ideali dell’organizzazione, ma li "abbraccia" in attesa di abbracciare l’affascinante Mette. Legalità e illegalità si fondono in un intruglio talvolta goffo e poco incisivo; per non parlare di certi dialoghi, che riprendono con superficialità temi già abusati.

Confesso di averlo terminato solo perché, incredula, non mi capacitavo che l’autore di tanti romanzi piacevoli e anche ben rappresentativi della nostra epoca, fosse incappato in un simile mare di noia…

GMG