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Da mascalzoni a veri e propri criminali

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I mascalzoni
di Omar Gamba
Gerenzano, Runde Taarn, 2008

pp. 139
€ 12.00
ISBN: 978-88-6120-063-0

Non è casuale che il libro si apra con l'epigrafe: Contro ogni ingiusta discriminazione. Omar Gamba, giovanissimo autore, tenta qui con la sua seconda pubblicazione di raccontare una storia amara, iniziata con un fenomeno di bullismo giovanile, poi sfociato in episodi di vero e proprio stampo mafioso. Il pluri-bocciato Piero Grazioli (o anzi, Grazioli Piero, come scrive l'autore, riprendendo l'abitudine scolastica di anteporre il cognome) approfitta della propria stazza fisica e del suo carisma sui più deboli per creare la gang dei Mascalzoni, prima impensabile nella zona della tranquilla Cantù. Il suo ruolo di leader viene prepotentemente riaffermato attraverso angherie verso gli indifesi, come l'occhialuto compagno di classe Massimiliano, e addirittura verso il padre di Massimiliano. Lentamente, anche l'assistente sociale, dott. Rossi, assiste al progressivo potenziamento del Grazioli, soprannominato il Grosso, e ogni tentativo di ridimensionarlo si rivela inutile. Solo l'amore per una ragazzina, Melissa, sembra creare un dissesto nel cuore del Grosso, ma non riduce i suoi atti vandalici. Non è dunque impossibile immaginare che, dopo poco tempo, i ragazzi si trasformino in elementi sempre più pericolosi, entrando chi nel giro della droga, chi nel dramma della prostituzione.

I deboli, sempre, soccombono, sembra suggerire Omar Gamba, con un'amarezza che traspare spesso dalla sua prosa. Perché, in fondo, è proprio l'autore a stringere con forza la storia tra le mani e a come distribuirla, come un cantastorie d'altri tempi, che seleziona liberamente quanto e cosa raccontare, quanto tempo far passare, quali cambiamenti registrare.

Si ha molto spesso l'impressione che la storia stia tanto a cuore all'autore, da scivolare via, portando un po' di inverosimiglianza nei dialoghi (troppi termini retrò in bocca ai ragazzotti della banda, nonché passaggi un po' stentati). Ma non è questo, a mio parere, un problema invalidante: ci sono libri che nascono per lo stile, altri che nascono per il contenuto. E, sebbene la perfezione derivi dal pacifico connubio di entrambe le componenti, un libro come questo (opera giovanile, non dimentichiamolo!) si fa carico con grande maturità di uno scottante tema sociale. Il lettore arriva infatti a parteggiare senza mezzi termini per la giustizia, a sperare che il Grosso venga fermato e che la sua facciata pubblica di imprenditore immobiliare venga disgregata, per mostrare tutti i suoi traffici loschi. Eppure... Eppure anche l'autore sembra scuotere la testa davanti ai tanti veli della società, ai sotterfugi del Grosso, ormai quasi intoccabile. E il tutto conduce a una fine davvero inaspettata.

Sarà dunque interessante avere dallo stesso Omar alcuni chiarimenti e curiosità: per questo, aspettate la nostra prossima intervista!

Gloria M. Ghioni