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Ritratto di una donna indimenticabile

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“Ali tarpate. Ritratto di una donna indimenticabile”
di Annamaria Tanzella
Firenze, L’Autore Libri Firenze, 2008

pp. 235
€ 15,20


“L’equilibrio interiore che nasce durante l’infanzia e matura nell’adolescenza è un bene che plasma, arricchisce e forgia l’individuo” (pp. 187-188). Lo sa bene la protagonista di questa storia, Clarissa, che fin da bambina si trova a fronteggiare sofferenze e frustrazioni: l’infanzia nella vecchia e diroccata casa dei nonni, l’adolescenza accanto a un padre fedifrago e possessivo, l’età adulta continuamente vessata dai problemi, a cominciare dalla chiamata in guerra (il romanzo tocca tutto il Novecento, dagli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, fino agli albori del nuovo secolo) del marito amato, la vecchiaia nella malattia…

Clarissa, nonostante la prove continue che la vita le riserva, dimostra quelle doti straordinarie di perseveranza dettata dall’amore, di fede e di coraggio che le hanno valso questo ritratto attento, da parte di una narratrice in prima persona, ora testimone diretta degli avvenimenti, ora semplice portavoce di quel che è stato. Non dobbiamo quindi immaginarci un ritratto avulso da ogni commento: al contrario, ricorre la presenza di ammiccamenti a Clarissa, spesso appellata con l’affettuoso nomignolo di “Clary”, a cui la narratrice si rivolge direttamente nei punti di maggiore drammaticità.

C’è sempre, infatti, una partecipazione accorata; tuttavia, non si pensi, per questo, che il libro cada nel patetico. Al contrario, le traversie di Clarissa vengono affrontate alludendo già alla sua successiva riscossa, costantemente sorretta da fede e preghiera, ma anche dall’affetto di una costellazione di parenti sempre ben caratterizzati, e così riconoscibili nelle pagine successive. Alla storia principale di Clarissa, si collegano infatti le storie del suo nucleo familiare, storie che vengono riassunte nei loro tratti salienti, senza appesantire la narrazione o depistare il lettore dalla vita di Clarissa, visto che tutto viene ricondotto a lei e filtrato poi dal suo modo di vivere i rapporti coi famigliari.

La stessa genuina limpidezza dei temi trattati, ancorati al loro tempo tanto quanto universali, si incontra anche nello stile: forse un po’ scolastico, ma ottimo specchio di quel tempo che Annamaria Tanzella vuole tratteggiare. E ce la fa con questa sua prima opera, così compartecipata e sentita da condurre il lettore per mano in un passato ancora prossimo, ma troppo spesso dimenticato.


Anathea