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La Cifra del nulla: la Poesia incontra il sacro

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La cifra del nulla
di Rossana Abis

Saggio introduttivo del Prof. Placido Cherchi
dal titolo: "Nostalgia del totalmente altro"


Edizioni: Zonza
Collana: Estuari
Genere: Poesia
Anno: 2007 - pagg.: 160 - Eur.: 13,50


La clessidra in copertina è esplicativa del contenuto di questo piccolo ma intenso libro di liriche.
Il tempo che disfà l'autrice e i cui resti "interiori" sono lasciati scendere, densi e veloci, sulle poesie che lo compongono...
Ho avuto la fortuna di conoscere i suoi versi presso una nota libreria del centro di Cagliari. Un paio di giorni dopo ho scoperto ci sarebbe stata la presentazione del volume e ho voluto esserci a tutti costi. Un volume splendido. Innanzitutto ho da fare i miei complimenti al Prof. Placido Cherchi, che il giorno della presentazione ha richiamato i concetti di fascinans e tremendum di cui parla Rudolf Otto ne "Il sacro", che sono elementi entrambi presenti (seppur in misura variabile) nelle liriche della Abis. Anche in "Nostalgia del totalmente altro", saggio introduttivo presente nel volume, lo stesso prof. Cherchi presenta con grande attenzione le poesie dell’autrice sarda inserendendole in un piu' ampio scenario linguistico-filosofico. Ma veniamo alle poesie. Non sono un critico, però espongo quello che ho sentito dai suoi versi. Dentro le parole e nelle loro “amalgamature” c’è visceralità senza pari. Il fascinans delle liriche, a mio modo di vedere, sta nella sostanza che viene denudata dalla parola. Si ha come l’impressione che i temi siano così tanto “sentiti” e “provati” dall’autrice, che questa sia in grado di scarnificarli (permettetemi l’accezione di questo termine) tramite un’efficace loro sintesi dopo profonda autoriflessione. La parola, così denudata, si fa sacra, sostanza (essenza) ineludibile e profondamente compartecipativa, capace di legare a sé lo stato d’animo altrui. E’ impressionante scoprire nella lettura il richiamo malinconicamente autoconsapevole di “Epigrafe” o i versi taglienti di “Invocazione”,“Testamento” oppure ancora il lirismo, quasi decadente di “Alchimia” (solo per citare quelle con titolo). Ma, credetemi. Faccio fatica a non trovarne una che non mi colpisca. Meravigliose le pagg. 65 e 133… “La cifra del Nulla”…come dire che è questo cio’ che rimane all’autrice dopo che la Poesia l’ha scavata. Mi auguro di poter esprimere personalmente i complimenti alla scrittrice di questo capolavoro. Imperdibile.