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Elogio del Comunitarismo

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Costanzo Preve è ultimamente uno dei pensatori più discussi ma meno letti della sinistra italiana."Convertito", "neofascista", "nazionalcomunista", gli epiteti contro uno dei più grandi pensatori italiani(conosciuto più in Francia che nel nostro Bel Paese in realtà) del marxismo si sono sprecati.Basta citare:"Storia critica del marxismo", Marx inattuale.Eredità e prospettiva" solo per citare i più noti.Ritengo utile dunque iniziare a discutere su ciò che egli scrive e pensa e non ciò che "si dice" pensi.Questo testo è la base iniziale e fondamentale per iniziare questo dibattito.Tocca subito a precisare che questo testo non è "un passaggio dal marxismo al comunitarismo",comunemente inteso come un pensiero di destra, ma piuttosto come un approfondimento del marxismo stesso. Preve,inoltre, rifiuta categoricamente le stesse categorie di destra e di sinistra ritenendole inattuali e come espressioni di "una guerra ideologica simulata che spegne il pensiero e lo rinchiude in gabbie preconfezionate".Preve sembra invece indicare una via,una strada, per riuscire a creare un dialogo tra le comunità e civiltà del mondo che sia da preludio ad un processo di universalizzazione umana. A percorrerla non può però essere l’individuo astratto e atomizzato, ma colui che si pone all’interno della propria comunità, lo zoon politikòn aristotelico che fino a Marx costituisce la base antropologica – e problematica – del pensiero occidentale. La proposta politica del Comunitarismo e della Comunità - da distinguerlo nettamente da un comunitarismo razzista,escludente, da sangue e suolo - diviene dunque un tentativo di contrapposizione alla tendenza storica in atto, che è quella di un tempo di guerre, conseguente al crollo del comunismo storico novecentesco ed alla necessità di ricostruire un Nuovo Ordine Mondiale fondato sul modello del capitalismo liberale e sulla feticizzazione della merce. Comunità,insomma,come un ehtos condiviso che permetta di produrre un’etica sociale che prevalga sui movimenti ciechi dell’economia. Un'etica che è chiaramente il frutto della ragione e deve sempre garantire la libertà dell’individuo all’interno della comunità, nonché l’eguaglianza. Anche in questo,dunque, Preve resta sempre allievo di Marx. Il capitalismo,al contrario, "non potrà mai essere comunitario", in quanto il movimento autonomo dell’economia è incompatibile per principio con l’autodeterminazione democratica che l’umanità fa di se stessa. Non a caso Marx ha giustamente – per Preve – criticato il suo maestro Hegel, che aveva ricostruito il rapporto tra individuo e comunità sulla base di un’etica comunitaria dei costumi sociali condivisa, in cui le classi sociali rimangono tali, non avvedendosi quindi dell’incompatibilità tra universalismo ideale e classismo, in quanto la sola comunità umana ideale è una comunità senza classi. Vi è da dire che Preve non fa sconti al suo maestro, sottolineandone gli errori di metodo, ed ancor meno al marxismo, colpevole di aver spesso male interpretato – e non sempre in buona fede - il filosofo tedesco e di non averne corretto le aporie.

"Il Comunitarismo, lo ripeto, non è un’ideologia, ma, come dimostra Preve, una corrente di pensiero viva e vitale, frutto di elaborazioni e sovrapposizioni storiche che oggi ne determinano l’attualità e la necessità, non in nome di presunti determinismi storici, ma per la sua naturale tendenza a rappresentare un’esigenza umana e collettiva di liberazione dall’alienazione della merce e del profitto"(dalla Prefazione)